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CHO
Consulente del Benessere Organizzativo

COACH DELLA FELICITÀ ED EFFICIENZA

Lo sai che:

  1. la felicità è una competenza che può essere allenata e sviluppata?
  2. se i dipendenti lavorano felici e con entusiasmo l’azienda produce di più senza sforzo?

Sorridi e la vita ti sorride!

Cos'è la scienza della felicità

La scienza della felicità è una disciplina giovane, nata dalla consapevolezza e dalla integrazione dei contributi provenienti da scienze consolidate come la psicologia positiva, la biologia, le neuroscienze, la fisica quantistica, l’economia, da ricerche di frontiera come quelle nei campi della medicina integrata o condotte da team multidisciplinari di neuroscienziati e ricercatori in campo spirituale, filosofia. Essa poi si fonda sulle antiche tradizioni spirituali.

Esistono 2 dimensioni della scienza della felicità e noi dobbiamo, come individui e sistemi, imparare a coltivarle entrambe e possiamo assolutamente farlo.

Esse sono:

la felicità edonica = la felicità come emozione o ricerca di piacere

la felicità eudaimonica = la felicità come competenza

Nel primo caso le emozioni sono passeggere, tendenzialmente di profonda intensità, ma rapidissime a spegnersi come ad accendersi e vengono generate dall’esterno, da situazioni, eventi, interazioni.

Nel secondo caso la felicità è ricerca del senso del vivere e messa in atto di pratiche di benessere su tutti i livelli. Quindi alla dimensione eudaimonia sono connesse le azioni intenzionali, il senso di scopo e i comportamenti che scegliamo di agire come individui e come comunità.

La felicità, quindi, può essere allenata sempre, nella vita dei singoli come nelle diverse organizzazioni sociali, comprese quelle aziendali.

Che cosa facciamo

Affianchiamo gli imprenditori a riscoprire la connessione con i collaboratori e l’ambiente in cui lavorano e vivono, attraverso attività, formazione, strategie di trasformazione, percorsi personalizzati o di team, volti all’incremento del Benessere Organizzativo come moltiplicatore di impatto della produttività per l’aumento della redditività.

Guidiamo alla felicità nel lavoro per garantire risultati migliori, crescita e innovazione, fondati su consapevolezza e rispetto, applicando i principi della Scienza della Felicità.

I 4 pilastri della scienza della felicità

Ristrutturiamo quindi tutti i processi chiave della vita aziendale e della gestione delle persone basandosi sui 4 pilastri della scienza della felicità:

Chimica positiva – Chimica negativa

La felicità è fortemente influenzata dalla biochimica del nostro corpo. Promuovere una “chimica positiva” significa stimolare ormoni come ossitocina, serotonina, dopamina ed endorfine attraverso abitudini sane: movimento, connessione sociale e gratitudine. Ridurre la “chimica negativa” implica limitare lo stress cronico e le tossine emozionali (rabbia, paura, risentimento) che aumentano il cortisolo e sabotano il benessere.

La vera felicità è relazionale. Quando passiamo dall’ego (“io”) alla connessione con gli altri (“noi”), troviamo un senso più profondo di appartenenza e scopo. Le relazioni significative e l’empatia sono antidoti alla solitudine e alimentano la felicità duratura, rendendoci parte di qualcosa di più grande di noi stessi.

Essere è il fondamento della felicità. In un mondo che ci spinge a fare e ad avere per sentirci realizzati, riscoprire il valore dell’essere ci permette di trovare pace interiore e autenticità. L’identità non è in ciò che possediamo o in ciò che facciamo, ma nella consapevolezza di chi siamo.
La felicità richiede intenzionalità e ordine. Una sana disciplina, come creare routine significative o perseguire obiettivi con costanza, ci dà una struttura per crescere e sentirci realizzati. Il caos, se lasciato senza controllo, crea stress e incertezza, mentre l’equilibrio tra disciplina e spontaneità genera armonia.

Applicare i quattro pilastri della scienza della felicità in azienda è una strategia potente per creare ambienti di lavoro in cui le persone possano prosperare, aumentando al contempo produttività, innovazione e fedeltà all’organizzazione.

Cos'è una organizzazione positiva

Un’organizzazione positiva è uno spazio in cui le persone crescono e si sviluppano attraverso relazioni significative, promuovendo una cultura del lavoro ispirata a uno scopo comune e orientata al bene collettivo. È un luogo che non solo mira al profitto, ma lo persegue in armonia con il benessere delle persone, impegnandosi attivamente a ridurre la sofferenza e costruire un futuro sostenibile.

Per raggiungere questi obiettivi, le organizzazioni positive valorizzano leader consapevoli, che interpretano il loro ruolo come un servizio agli altri e integrano il benessere personale nelle proprie abitudini quotidiane. Esse progettano strutture, processi e pratiche che promuovono equità e felicità, riducendo le barriere gerarchiche e ampliando la libertà di azione.

Infine, queste organizzazioni incoraggiano una visione del lavoro che passa da una logica individualistica e competitiva a una prospettiva ecosistemica, dove il successo è il risultato di una collaborazione armoniosa e sostenibile tra tutte le parti.

Le 4 dimensioni del sistema organizzazione su cui agiamo

🧡 Cultural transformation
Orientiamo l’organizzazione verso un proposito forte, ancorato a finalità collettive, capace di generare un impatto sociale, ecologico e di promozione del bene comune.

🧡 Corporate Happiness
Promuoviamo l’area della felicità come strategia organizzativa coerente.

🧡 Positive leadership
Siamo certi che non esistono Organizzazioni positive senza Leader positivi.

🧡 Positive organization
Scegliamo, disegniamo e gestiamo processi e pratiche congruenti con la strategia identificata e capaci di generare benessere e percezione di coerenza.

8 Competenze

Il presidio e l’efficacia del lavoro su queste 4 dimensioni deriva dalla padronanza di 8 competenze che caratterizzano la professionalità innovativa ed integrata di un Chief Happiness Officer:

1. Organization epigenetics – Epigenetica dell’organizzazione, ossia la capacità di intercettare i principali modelli culturali dell’organizzazione e scegliere quali incentivare e quali disattivare in coerenza con la strategia sulla scienza della felicità.

Quando comprendiamo che la filosofia culturale e le percezioni individuali sono di fatto delle credenze acquisite che determinano non solo la nostra biologia ma anche il mondo in cui viviamo, acquisiamo un discernimento personale dotato del potere di cambiare il mondo

2. Evolutionary cultural change – Cambiamento culturale evolutivo, ossia la capacità di definire una visione più grande dell’organizzazione, di tipo eco-sistemico e di implementare modelli di comportamento congruenti.

Un perché fondato sull’apertura, sui vantaggi alla collettività più ampia, che supera le paure e gli interessi egoistici è capace di sprigionare un’energia che ispira e dà la direzione e quando queste energie incontrano un nobile scopo e una profonda fame nel mondo, che cosa può derivarne se non la crescita?

3. Self energy management – Autogestione dell’energia, ossia la capacità di coltivare le proprie energie e allenare la propria felicità come competenza attraverso la definizione di un proprio piano di azione orientato al benessere per poter ispirare ed essere un esempio coerente.

So di avere la fortuna di vivere una vita straordinaria e molte persone direbbero che è il successo del mio business e la ricchezza che ne deriva ciò che mi rende felice. Ma non è così, è il contrario. Ho successo, sono ricco e connesso perché sono felice

4. Positive Organizational Management – Gestione organizzativa positiva, ossia la capacità di analizzare, ridefinire, misurare e monitorare i principali processi di gestione delle persone definiti dalla happiness @work strategy per generare fiducia, coinvolgimento, retention, felicità.

L’Organizzazione Positiva è un’organizzazione coerente. La coerenza è una legge di natura che garantisce il massimo rendimento del sistema. L’ambiente di lavoro e i processi organizzativi sono spesso la cartina al tornasole della reale cultura organizzativa. Meglio evitare di fare proclami che poi vengono contraddetti dalla pratica.

5. Happiness @work strategy – Strategia di lavoro felice, ossia la capacità di definire un piano strategico per innestare la scienza della felicità nella cultura e nei processi organizzativi in grado di produrre risultati misurabili e positivi sul bottom line.

E’ un dato di fatto che i lavoratori felici sono il 30% più produttivi, producono + 37% sulle vendite e sono 3 volte più creativi dei loro colleghi infelici.

6. Positive Practices – Pratiche positive, ossia la capacità di selezionare ed implementare le pratiche e gli strumenti per generare benessere e positività verso i collaboratori, i clienti, i fornitori, gli investitori, gli stakeholders.

Esiste una correlazione molto forte tra pratiche di lavoro positive ed effetti sui lavoratori, in termini di soddisfazione personale e benessere e che, a loro volta, innescano comportamenti individuali positivi come il coinvolgimento e la fiducia. Questo circolo virtuoso di buone pratiche genera risultati positivi per l’organizzazione come la redditività e la produttività.

7. Positive leadership development – Sviluppo di leadership positiva, ossia la capacità di definire, promuovere ed implementare un piano di sviluppo della Leadership Positiva diffusa a tutti i livelli dell’organizzazione.

Se vuoi engagement, se vuoi che la tua squadra funzioni anche quando non ci sei, solo l'amore funzionerà. Non la paura, né l’intimidazione, non il bullismo o la spavalderia, e nemmeno essere il ragazzo più smart nella stanza.

8. Positive future planning – Pianificazione positiva dei futuri, ossia la capacità di comprendere il nesso tra i principali trend e scenari futuri, gli impatti sul benessere delle persone e le politiche di gestione e sviluppo dell’organizzazione positiva.

Qualsiasi cosa tu abbia visto in un vecchio film di fantascienza oggi sta succedendo nella tua vita. Entro il 2029 i robot con intelligenza artificiale sorpasseranno l’intelligenza umana e saranno un miliardo di volte più intelligenti di noi. L’unico modo affinché queste macchine siano non solo sempre più intelligenti ma che dimostrino valori e saggezza che non vada a nostro discapito è che noi, esseri umani, iniziamo a comportarci in modo etico e a rimettere al centro del nostro agire i valori che vogliamo che le macchine replichino.

Negatività sul luogo di lavoro

La negatività sul posto di lavoro ha effetti profondamente dannosi su persone e organizzazioni, manifestandosi in diversi ambiti critici:
  • PERDITA DI PRODUTTIVITÀ. Dipendenti disimpegnati o insoddisfatti lavorano meno efficacemente, con impatti significativi sulla capacità aziendale di raggiungere gli obiettivi.
  • ALTO TURNOVER. La cultura tossica e la mancanza di supporto spingono molti lavoratori a lasciare l’azienda, generando costi elevati per la sostituzione e la formazione di nuovo personale.
  • SALUTE MENTALE COMPROMESSA. Ambienti di lavoro stressanti e negativi alimentano ansia, depressione e burnout, con conseguente aumento di assenze e calo delle prestazioni.
  • CONFLITTI INTERNI E ASSENTEISMO. La mancanza di gestione dei conflitti e un clima di lavoro ostile portano a relazioni deteriorate, giornate lavorative perse e spreco di risorse.
  • PRESTAZIONI AZIENDALI IN DECLINO. Una cultura organizzativa negativa danneggia la reputazione dell’azienda, riduce la soddisfazione dei clienti e ostacola la capacità di innovare.
La negatività sul lavoro non solo demotiva i dipendenti, ma erode il valore aziendale. Affrontare queste criticità è essenziale per creare un ambiente che favorisca sia il benessere delle persone che la sostenibilità del business.

Positività sul luogo di lavoro

La positività sul posto di lavoro non è solo un elemento motivante, ma un vero e proprio asset strategico che genera benefici tangibili per persone e organizzazioni. Ecco i principali ambiti di impatto:
  • AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ. Un ambiente positivo motiva i dipendenti a lavorare con maggiore energia, concentrazione e dedizione, portando a un significativo miglioramento delle performance individuali e di team.
  • RIDUZIONE DEL TURNOVER. La positività crea un ambiente inclusivo e collaborativo, favorendo la fidelizzazione dei dipendenti e riducendo drasticamente i costi legati alla sostituzione e alla formazione del personale.
  • MIGLIORAMENTO DELLA SALUTE MENTALE E FISICA. Investire nel benessere mentale e fisico dei lavoratori diminuisce lo stress e l’assenteismo, garantendo un ritorno economico significativo per l’organizzazione.
  • IMPULSO ALL’INNOVAZIONE. La positività alimenta la creatività e la collaborazione, incoraggiando i dipendenti a proporre idee innovative e a trovare soluzioni migliori alle sfide aziendali.
  • INCREMENTO DELLA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI. Dipendenti soddisfatti offrono un servizio migliore, migliorando la qualità dell’esperienza dei clienti e aumentando la loro fedeltà verso l’azienda.
  • MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI AZIENDALI. Le organizzazioni che promuovono una cultura positiva raggiungono e superano i loro obiettivi strategici, registrando un aumento significativo dei ricavi e della redditività.
La positività al lavoro non è un lusso, ma un investimento strategico che genera valore a lungo termine per dipendenti, clienti e organizzazioni. Creare un ambiente positivo è la chiave per una crescita sostenibile e competitiva.

I numeri della negatività al lavoro

La negatività sul posto di lavoro è uno dei maggiori ostacoli al successo organizzativo, con impatti documentati da numerose ricerche globali. Ecco alcuni dati chiave recenti che mostrano quanto sia urgente affrontare il problema:

1. Effetti sulla produttività

  • Oxford University (2019): I dipendenti felici sono 13% più produttivi, poiché lavorano con maggiore energia e focalizzazione.
  • Harvard Business Review: Le aziende con una cultura positiva registrano un miglioramento del 31% nella performance individuale.
  • Gallup – Istituto statunitense per le ricerche statistiche e l’analisi dell’opinione pubblica (2022): Il 19% dei dipendenti globali si dichiara attivamente disengaged (disimpegnati attivamente), un comportamento che costa alle aziende oltre 7.8 trilioni di dollari all’anno in perdita di produttività.
  • SHRM- Society for Human Resource Management: Il 22% dei dipendenti afferma che il lavoro in un ambiente tossico ha portato a un calo significativo delle loro performance.

2. Effetti sul turnover

  • SHRM (2023): I dipendenti che percepiscono il proprio ambiente di lavoro come positivo e inclusivo hanno una probabilità del 50% in meno di lasciare l’azienda entro il primo anno.
  • Great Place to Work: Le organizzazioni con una cultura positiva e collaborativa hanno tassi di turnover inferiori del 40% rispetto alla media del settore.
  • Work Institute (2023): Il 41% dei dipendenti lascia il proprio lavoro a causa di un ambiente negativo, con un costo medio per sostituzione di ogni dipendente che varia tra il 30% e il 50% del salario annuale.
  • MIT Sloan Management Review (2022): La cultura tossica è 10 volte più influente del salario quando si tratta di motivi per cui le persone lasciano un’azienda.

3. Effetti sulla salute mentale

  • World Health Organization (2021): Le aziende che investono nel benessere mentale dei dipendenti ottengono un ROI medio di 4 dollari per ogni dollaro investito grazie a una riduzione di assenteismo e presenteismo. Al contario, llo stress correlato al lavoro è uno dei principali fattori di rischio per ansia e depressione, che costano alle aziende 1 trilione di dollari in perdita di produttività ogni anno.
  • Gallup: I lavoratori felici sono 21% meno soggetti a malattie legate allo stress, con una riduzione significativa delle giornate di assenza.
  • American Psychological Association (2022): Il 59% dei dipendenti riferisce di sentirsi emotivamente svuotato sul lavoro, con il rischio di burnout in aumento del 50% rispetto al 2020.

4. Conflitti e assenteismo

  • CPP Global (2018): Il conflitto non gestito sul lavoro costa alle aziende statunitensi circa 359 miliardi di dollari l’anno, equivalenti a 2.8 ore a settimana per dipendente sprecate in conflitti.
  • Gallup: Dipendenti infelici hanno il 37% in più di probabilità di essere assenti rispetto ai colleghi soddisfatti.

5. Effetti sulle prestazioni aziendali

  • McKinsey (2021): Le aziende con una cultura positiva hanno una probabilità del 47% in più di superare gli obiettivi di business.
  • PwC (2023): Le organizzazioni che investono nel benessere ottengono un incremento medio del 15% nei ricavi annuali rispetto ai competitor.
  • Gallup: Le imprese con dipendenti altamente ingaggiati registrano un miglioramento del 23% nella redditività.
  • HBR (2022): Le aziende con una cultura aziendale tossica mostrano una probabilità del 48% in meno di raggiungere i propri obiettivi strategici.
  • Deloitte (2023): L’assenza di un benessere organizzativo integrato è correlata a un calo del 25% della soddisfazione dei clienti.

6. Impatto sull’innovazione

  • MIT Sloan Management Review (2022): I dipendenti che lavorano in un ambiente positivo sono 3 volte più propensi a proporre idee innovative.
  • HBR: La positività stimola il pensiero creativo e collaborativo, con team che generano fino al 26% di soluzioni più innovative rispetto a quelli in ambienti negativi.

7. Miglioramento della customer satisfaction

  • Deloitte (2023): I dipendenti soddisfatti e motivati aumentano la soddisfazione dei clienti del 12% e la loro fidelizzazione del 10%.
  • Glassdoor (2022): Le aziende con un alto punteggio di employee happiness ottengono rating del 20% più alti dai clienti rispetto a quelle con un ambiente mediocre.

Partenariato con UniPoBO: Uniti per il Benessere e la Consapevolezza

L’inserimento di questo progetto all’ interno dell’UniPoBO – Università Popolare Benessere Olistico rappresenta una convergenza unica tra il mondo del benessere olistico e quello organizzativo. Questa partnership unisce due visioni complementari per promuovere il benessere individuale e collettivo, creando un impatto positivo e duraturo su persone, team e organizzazioni.

UniPoBO, con la sua missione di diffondere pratiche olistiche e bioenergetiche, si dedica al miglioramento del benessere psico-fisico e spirituale, favorendo la crescita personale e una maggiore consapevolezza di sé. Ciò attraverso approcci che stimolano equilibrio e armonia.

Questa collaborazione integra l’approccio olistico di UniPoBO con principi e strategie capaci di applicare il benessere a contesti lavorativi, migliorando la connessione tra le persone, gli ambienti e gli obiettivi comuni. Il risultato è un nuovo paradigma, in cui il successo personale e organizzativo si alimentano a vicenda.

Questa collaborazione non si limita a offrire soluzioni: è un invito a ripensare il benessere come il fulcro di una crescita autentica e sostenibile, personale e professionale.

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